- 24 Novembre 2025
- Posted by: Cesare Longo
- Categoria: Guide Fiscali
Il regime Forfettario è un regime sostitutivo della tassazione IRPEF con vantaggi e limiti fiscali per i titolari di partita IVA. Come funziona e quali sono le cause di esclusione?
Per accedere al regime è necessario possedere dei requisiti nell’anno precedente a quello di adozione del regime forfettario. I limiti nel regime forfettario 2025 sono i seguenti:
- Limiti di compensi annui portati per tutte le attività a 85.000 euro
- Spese per lavoro dipendente, lavoro accessorio, collaboratori: limite 20.000.
- Redditi da lavoro dipendente nell’anno precedente: limite 35.000 euro.
Nel regime forfettario non si “scarica” nulla. Le spese deducibili sono stabilite infatti in maniera forfettaria in base al codice ATECO. Il codice ATECO è un codice che identifica l’attività svolta con partita IVA. I codici ATECO sono variati ad aprile 2025, leggi la guida.
I coefficienti sui quali vengono calcolate le imposte dipendono dal codice ATECO di appartenenza, ossia dipendono dall’attività esercitata. Ecco i coefficienti:

Ulteriori limiti di accesso al regime sono i soggetti che:
- nell’anno di applicazione del regime:
- esercitano attività d’impresa, arti o professioni e partecipano, contemporaneamente all’esercizio dell’attività, a società di persone o associazioni di cui all’art. 5 del Tuir, ovvero a società a responsabilità limitata in regime di trasparenza di cui all’articolo 116 del Tuir;
- si avvalgono di regimi speciali ai fini dell’imposta sul valore aggiunto o di regimi forfetari di determinazione del reddito (ad esempio venditore porta a porta etc.);
- non residenti, ad eccezione di quelli che sono residenti in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo che assicuri un adeguato scambio di informazioni e che producono nel territorio dello Stato italiano redditi che costituiscono almeno il 75% del reddito complessivamente prodotto;
- in via esclusiva o prevalente effettuano cessioni di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni edificabili di cui all’articolo 10, co. 1, numero 8), del d.P.R. 633/1972 o dimezzi di trasporto nuovi di cui all’art. 53, co. 1, del D.L. 331/1993;
- nell’anno precedente all’applicazione del regime:
- hanno percepito redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente eccedenti l’importo di euro 35.000. Il limite non opera se il rapporto di lavoro dipendente è cessato nel corso dell’anno precedente, sempre che nel medesimo anno non sia stato percepito un reddito di pensione che, “in quanto assimilato al reddito di lavoro dipendente, assume rilievo, anche autonomo, ai fini del raggiungimento della citata soglia”, o non si sia intrapreso un nuovo rapporto di lavoro, ancora in essere al 31 dicembre.
Partecipazioni in società di capitale (SRL, etc)
Non puoi applicare il Regime forfettario 2025 se possiedi partecipazioni in società o associazioni la cui attività e direttamente assimilabile o collegata a quella che si esercita con partita IVA forfettaria:
- società di persone
- associazioni
- imprese familiari;
- società a responsabilità limitata, consulta l’articolo dedicato per sapere le novità approvate. E’ consentita se la società non è attiva nello stesso ambito in cui si opera con partita iva forfettaria
- associazioni in partecipazione
- Lavoratori dipendenti (Aggiornato con emendamento approvato il 6/12/2018)
Non potrai applicare il Regime forfettario 2025, se eserciti la tua attività prevalentemente o esclusivamente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso o erano intercorsi rapporti di lavoro dipendente nei due anni precedenti.
Le semplificazioni fiscali
I regimi forfettari sono esenti dall’iva e sono esonerati dagli adempimenti previsti dalla normativa.
Il reddito imponibile è determinato in maniera forfettaria. Non hanno quindi nessuna rilevanza le spese sostenute nel periodo. Possono essere portate in deduzione solamente i contributi previdenziali versati nell’anno. I ricavi vanno computati secondo il principio di cassa, quindi si contano solo i compensi effettivamente incassati nell’anno. Su tale reddito si applica un’imposta sostitutiva del 15% (ridotta al 5% per le nuove attività nei primi 5 anni).
Il pagamento delle marche da bollo
Con l’obbligo di fatturazione elettronica le marche da bollo devono essere assolte in modo virtuale direttamente sul sito dell’agenzia delle entrate. Il pagamento per importi inferiori a 250 euro va fatto entro il 30 novembre di ogni anno.
Tasse in regime forfettario
La normativa relativa alla tassazione in regime forfettario prevede l’applicazione della sola imposta sostitutiva che prende il posto dell’IRPEF.
Sono previste due aliquote, una ordinaria ed una ridotta:
- 15% aliquota ordinaria
- 5% aliquota ridotta (se possiedi determinati requisiti)
Puoi aderire a quella ridotta in questi casi:
- non aver esercitato, nei 3 anni precedenti attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare;
- l’attività non deve costituire in nessun modo mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo. E’ escluso il caso in cui l’attività precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni;
- in caso di prosecuzione di attività svolta in precedenza da altro soggetto, l’ammontare dei relativi ricavi e compensi, realizzati nel periodo d’imposta precedente quello di riconoscimento del predetto beneficio, non sia superiore ai limiti di cui al comma 54.
L’aliquota ridotta dura 5 anni, mentre per l’aliquota al 15 non ci sono limiti temporali: puoi rimanere in regime forfettario finché rispetterai le condizioni di accesso. Le tasse si pagano ogni 30 giugno e 30 novembre.
I contributi Previdenziali
Solo ed esclusivamente per gli imprenditori individuali iscritti alla gestione IVS artigiani-commercianti, è prevista una riduzione del 35% sui contributi previdenziali dovuti. Sono in ogni caso dovuti i contributi minimali, ridotti del 35%. La domanda per ottenere tale riduzione va fatta entro il 28 febbraio di ciascun anno tramite il cassetto previdenziale artigiani e commercianti disponibile sul sito dell’INPS.
Per quanto riguarda INPS gestione separata , è necessario pagare una quota del 26,07% sul reddito imponibile, calcolato come indicato sopra.
Per le altre attività, le percentuali dovute come contributo previdenziale dipendono dalla cassa di appartenenza. Ad esempio i medici avranno ENPAM, psicologi ENPAP etc.
Come si entra nel forfettario
Uno dei vantaggi di questo regime è che possono accedere anche partite iva già in attività. Per le nuove attività va presentato il modello AA9/12 delle Agenzia delle Entrate. Il modello va presentato entro 30 giorni dall’inizio dell’attività e indicato nel quadro B alla sezione “regimi fiscali agevolati” il codice 2. Per chi invece è già in attività e desidera entrare nel forfettario, devono essere rispettati i requisiti previsti dalla legge. Chi era nel vecchio regime dei minimi, potrà continuare ad avvalersene fino al compimento del quinquennio o fino al compimento del 35 anno d’età.
Hai chiuso la partita IVA e stai pensando di riaprirla?
Avere chiuso una partita IVA negli ultimi 3 anni, non impedisce di aprirne una nuova in regime forfettario. Per accedere al regime forfettario è infatti necessario rispettare semplicemente le condizioni del regime forfettario che trovi in dettaglio nella nostra guida.
In particolare, la nuova partita IVA potrà inserirsi nel regime forfettario se rispetta questi limiti:
- Il limite di fatturato è aumentato a 85.000. Questo significa che se superi tale soglia, dall’anno prossimo uscirai dal forfettario. Attenzione: se superi i 100.000 euro uscirai dall’anno stesso.
- E’ obbligatoria la fatturazione elettronica.
- Non si può aderire se si ha un reddito lordo da lavoro dipendente o assimilato superiore ai 35.000 euro.
- Non puoi sostenere spese per lavoro dipendente (dipendenti che lavorano per te) per oltre 20.000 euro annui.
Per quanto riguarda le tempistiche, non bisogna aspettare alcun periodo di tempo fissato per legge per aprire una nuova partita Iva dopo averne chiusa un’altra. Quindi volendo puoi aprire la nuova partita IVA anche il giorno dopo aver chiuso la p.IVA precedente.
Cosa comporta quindi chiudere e riaprire una partita IVA?
Chiudere e riaprire la partita IVA però comporta la perdita del beneficio previsto per i primi 5 anni. L’imposta sostitutiva infatti, sarà direttamente al 15% e non al 5%, come previsto per le nuove attività.
Per chiedere l’annullamento di una partita IVA chiusa è necessario recarsi in un ufficio dell’Agenzia dell’Entrate e spiegare che è stata chiusa per errore in seguito alla compilazione errata del modello AA9.
Esempio di calcolo tasse
Prendiamo ad esempio un avvocato che ha incassato nell’anno compensi per 18.000 euro e versato contributi per 2.500 euro. Il calcolo tasse avverrà in questa maniera:
Compensi 18.000
Reddito imponibile lordo 14.040 (18.000*78%)
Contributi previdenziali pagati 2.500
Reddito Imponibile netto 11.540 (14.040-2500)
Imposta sostitutiva 5% 577 (11.540*5%)
Quanto costa il commercialista?
Il vantaggio del regime forfettario è la semplicità. Di conseguenza anche avere un commercialista sarà molto meno dispendioso.
FISCO CONSULTING SRL offre un pacchetto annuale completo di assistenza fiscale e contabilità per la partita iva forfettaria, incluso di elaborazione e invio della dichiarazione dei redditi annuale, a partite da un costo di 400 euro Iva inclusa.
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