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Novità sul Cashback: la misura è stata eliminata dal testo del Recovery Plan.

Sebbene il governo italiano sembrava intenzionato a continuare con il programma Cashback di Stato, arriva il colpo di scena inaspettato. La misura, infatti, potrebbe non arrivare mai alla sua data di scadenza, prevista in origine il 30 giugno 2022.

Infatti, tra poco l’Italia dovrà presentare all’Europa il famoso documento del Recovery Plan, cioè il Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa del Governo Italiano (PNRR), con tutte le misure che intende attuare, tra cui in origine vi erano anche il Super Cashback e il Cashback. Infatti, nelle prime stesure del testo sotto la guida del governo Conte, vi era proprio il riferimento al programma adottato dall’Italia per favorire la tracciabilità dei pagamenti e limitare l’utilizzo del contante.

Invece, dall’ultima bozza del testo, scritta dal governo Draghi, il Cashback è sparito completamente e nel documento non si fa più alcun accenno alla misura, del resto già sgradita a tanti in Italia.

Questo silenzio sicuramente non fa presagire nulla di buono. L’omissione del Cashback nel piano del Recovery può voler dire che il governo non ha intenzione di rivedere la misura, come era stato annunciato, ma di eliminarla definitivamente. Vediamo tutti i possibili scenari in campo.

Niente Cashback di Stato nel Recovery Plan

Come detto, tra pochissimo l’Italia è tenuta a presentare all’ UE il suo piano per la ripresa del paese, incredibilmente però, riferisce il Corriere della Sera, dal testo del Recovery è sparito ogni riferimento al Cashback e Super Cashback. Come è noto, la cancellazione di questo programma è richiesta a gran voce da molti esponenti politici.

Di recente Giorgia Meloni ha proposto di eliminare il Cashback e di investire i fondi risparmiati nei contributi a fondo perduto per le Partite Iva. Lo stesso Draghi non è un gran fan di questi bonus e agevolazioni di piccolo spessore, preferendo azioni più massicce come una riforma strutturale del sistema tributario italiano.

L’ostacolo alla cancellazione del Cashback è sempre stata rappresentata dal Movimento 5 Stelle, che difende la misura con i denti. Tuttavia, è noto come con il cambio di Premier il partito non goda più presso il nuovo esecutivo di alcun privilegio ed è ben probabile che con la scusa del Recovery la misura sia completamente eliminata, accontentando molti parlamentari.

I problemi legati al Super Cashback.

Quel che è certo è che se anche il Cashback arrivasse fino a giugno 2022, difficilmente potrebbe arrivarci nella sua veste attuale. Già in molti lamentavano come la misura gravi sulle casse dello Stato, sottraendo fondi a misure ben più strutturali e sostanziose. Infatti, Draghi starebbe già faticando ad attuare tutta una serie di riforme a causa della difficoltà nel reperire i finanziamenti.

Lo scorso 24 marzo Claudio Durigon, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, presentava dinanzi alla Commissione Finanze della camera la sua proposta di riforma del Cashback.

Ad essere principalmente sotto attacco è il Super Cashback, cioè l’estrazione che premia con 1.500 euro i primi 100.000 acquirenti che hanno effettuato più pagamenti elettronici. Nel tentativo di scalare la classifica per il premio sono spuntati infatti i cosiddetti furbetti, cioè persone che allo scopo di accumulare punti dividevano le transazioni in micro pagamenti. In questo modo il Cashback, che avrebbe dovuto diminuire l’utilizzo dei contanti e favorire le transazioni tracciabili, si è trasformato in un nido di pagamenti fasulli.

Come potrebbe cambiare il Cashback di Stato se non fosse eliminato?

I più moderati piuttosto che chiedere l’eliminazione della misura chiedono che il sistema sia rivisto, ad esempio con l’esclusione dei pagamenti di piccolo importo oppure cancellando solamente il Super Cashback. C’è da dire che una buona occasione di riforma sarebbe stata proprio il Recovery Plan, tuttavia la totale assenza del Cashback nelle misure elencate nel documento fa pensare ad una scelta più drastica.

Secondo i dati il Cashback non avrebbe portato ad alcun aumento reale dell’utilizzo dei pagamenti elettronici a discapito dei contanti, ma sarebbe invece stata una spesa ingente per lo Stato. L’obiettivo del programma era in particolare una riduzione dell’evasione fiscale delle piccole attività, su cui invece ha avuto un impatto minimo e per nulla significativo. 

Nel frattempo PagoPa e il MEF hanno fatto sapere che saranno comunque effettuati controlli a tappeto su ogni singola transazione allo scopo di trovare i furbetti. Quanti saranno sorpresi ad imbrogliare per scalare la classifica del Super Cashback dovranno restituire tutti gli importi ricevuti fino ad allora come rimborso.

Come registrarsi per il Cashback di Stato con la App IO

Facendo il punto della situazione in attesa di uno sviluppo certo, il Super Cashback per cui è prevista una scadenza a fine giugno 2022, non ha praticamente nessuna possibilità di sopravvivere dopo questa data, salvo altri bruschi cambi di governo. Se anche non venisse eliminato, ci sono da aspettarsi sicuramente ingenti modifiche.

Nel frattempo per quanti ancora non usufruissero del Bonus possono ancora farlo tramite la App IO. Ricordiamo che questo offre il 10% di rimborso sulle transazioni effettuate con carta.

Una volta scaricata l’applicazione gli utenti dovranno autenticarsi con SPID o CIE ed effettuare l’iscrizione al Cashback, inserendo le carte che si vogliono associare come modalità di pagamento e anche l’IBAN su cui si vuole ricevere il rimborso.

Il 10% di sconto è applicabile a tutti i pagamenti effettuati con sistemi di pagamento registrati, compresi il versamento di eventuali tasse come il bollo auto.

Si faccia attenzione però, perché se la App IO è la stessa che gestisce sia il Cashback che il pagamento del bollo auto, se si vuole avere lo sconto sul pagamento della tassa automobilistica l’importo va saldato in una sede fisica con carta. Nessun tipo di pagamento online è coperto dallo rimborso Cashback, neanche le tasse.

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