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Decreto energia 2022, spazio a nuove misure contro il caro bollette e per la riduzione delle accise su benzina e gasolio.

Un provvedimento che punta a rispondere all’emergenza causata dall’aumento dei prezzi, sia in materia di energia che per quel che riguarda benzina e gasolio. Non concorrerà alla formazione del reddito l’importo dei buoni benzina ceduti ai dipendenti fino a 200 euro per lavoratore.

Sul fronte delle bollette di luce e gas, la possibilità di rateizzazione già concessa alle famiglie viene estesa alle imprese. Sale inoltre il limite ISEE per l’accesso al bonus bollette, che passa da 8.000 a 12.000 euro.

Fino alle fine del mese di aprile, il prezzo dei carburanti sarà ridotto di 25 centesimi. Una novità che si applicherà dal giorno successivo all’entrata in vigore del decreto energia. Si attende quindi la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per l’avvio della misura.

Sempre sul fronte dell’aumento del prezzo dei carburanti, e a sostegno dei lavoratori, il decreto introduce l’esenzione IRPEF del bonus benzina e gasolio erogato dalle aziende ai propri dipendenti.

Non concorrerà alla formazione del reddito imponibile l’importo dei buoni erogati dalle aziende, fino ad un massimo di 200 euro per lavoratore.

Su questo aspetto, bisognerà capire come si concilierà la nuova agevolazione con l’esenzione già prevista per i buoni carburante, rientranti nel novero delle forme di welfare aziendale che non concorrono alla formazione del reddito del lavoratore fino all’importo di 258,23 euro, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 51, comma 3 del TUIR, e che sono interamente deducibili per l’azienda.

Bonus Benzina, cos’è e come fare ad averlo

Lo “sconto in benzina”, che come detto poco sopra arriverà a circa 25 centesimi al litro, è una misura temporanea, a malapena sufficiente a far riprendere fiato ai consumatori. La fine di questo provvedimento infatti è già prevista per il 30 aprile prossimo. In contemporanea, però, il Premier ha comunicato che intende offrire un Bonus Benzina a lavoratori e aziende. Chi sperava in un “voucher” da spendere in carburanti rimarrà deluso. La misura infatti consiste in ben altra cosa: la concessione di “un importo fino a 200 euro di buoni benzina esentasse per il 2022. Sostanzialmente, buoni benzina o analoghi titoli, ceduti a titolo gratuito da aziende private ai lavoratori dipendenti per l’acquisto di carburanti, nel limite di 200€ per lavoratore. Detto importo non concorre alla formazione del reddito“.

In pratica sarà libertà delle aziende donare fino a 200€ di “bonus” ai propri dipendenti, come se fosse una sorta di “premio aziendale”. Il “vantaggio” per le aziende e i lavoratori è l’esenzione di questo importo dalla tassazione. Le aziende, lo specifichiamo, non avranno l’obbligo di effettuare questa erogazione, è semplicemente prevista la possibilità che lo facciano. Dunque, il Bonus Benzina spetterà solamente a quei “fortunati” che lavorano in attività e imprese che decideranno di attivare questo benefit.

Anche le imprese potranno infatti accedere alla rateizzazione delle bollette, fino a due anni, relativamente ai consumi dei mesi di maggio e giugno 2022.

Per compensare l’aumento del costo delle bollette, vengono introdotti i seguenti crediti d’imposta:

  • alle imprese dotate di contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, diverse dalle imprese a forte consumo di energia elettrica, è riconosciuto un credito pari al 12 per cento della spesa sostenuta per l’acquisto della componente energetica effettivamente utilizzata nel secondo trimestre del 2022. L’accesso all’agevolazione sarà riconosciuto in caso di aumento del costo per Kwh superiore al 30 per cento nel primo trimestre 2022 rispetto allo stesso trimestre 2019;
  • alle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale è riconosciuto un credito pari al 20 per cento della spesa sostenuta per l’acquisto del gas, consumato nel secondo trimestre solare dell’anno 2022, per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici, qualora il prezzo di riferimento del gas naturale calcolato come media per il primo trimestre abbia subito un incremento superiore al 30 per cento rispetto allo stesso trimestre 2019, secondo i valori pubblicati dal GME.

Il credito d’imposta sulle bollette riconosciuto alle imprese potrà essere ceduto ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari.

Così come per i bonus fiscali in materia edilizia, saranno consentite ulteriori due cessioni in favore di banche e intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario ovvero imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia.

La cessione del credito è riconosciuta anche alle imprese energivore a forte consumo di gas naturale secondo quanto previsto dal decreto Sostegni ter e dal decreto energia n. 17/2022.

Il credito d’imposta introdotto da quest’ultimo decreto legge aumenta di valore, passano:

  • dal 20 al 25 per cento per le imprese energivore;
  • dal 15 al 20 per cento per le imprese a forte consumo di gas naturale.

Vengono inoltre potenziate le attività di sorveglianza sui prezzi, incrementando gli strumenti a disposizione di Mister prezzi, il Garante istituito presso il MISE, che tra le altre cose potrà richiedere alle imprese dati, notizie ed elementi specifici sulle motivazioni che hanno determinato le variazioni di prezzo.

I titolari dei contratti di approvvigionamento di gas per il mercato italiano saranno inoltre tenuti a trasmettere al Ministero della transizione ecologica e all’ARERA i contratti già sottoscritti o da sottoscrivere.

Decreto energia 2022, nel testo un credito d’imposta per il carburante di imprese agricole e della pesca

Sempre a tutela delle imprese, e in particolare di quelle del settore agricolo e della pesca, il testo del decreto energia approvato il 18 marzo 2022 introduce un credito d’imposta per l’acquisto di carburante, pari al 20 per cento della spesa sostenuta per benzina e gasolio acquistati nel primo trimestre dell’anno e effettivamente utilizzati.

Anche in questo caso sarà riconosciuta la possibilità di optare per la cessione del credito, entro il limite di tre operazioni e secondo le regole sopra evidenziate.

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