- 22 Maggio 2022
- Posted by: Cesare Longo
- Categoria: ULTIME NOTIZIE

Forfettari verso gli 85 mila euro
Il sottosegretario all’economia Federico Freni ha anticipato alcuni dei contenuti del ddl delega fiscale, sul quale il governo è attualmente al lavoro. Diverse sono le modifiche previste, dall’innalzamento della soglia del regime die forfettari fino all’introduzione di una exit tax.
Attualmente il governo è al lavoro sul testo del ddl delega fiscale all’interno del quale dovrebbero essere inserite alcune importanti modifiche, tra cui innalzare la soglia del regime dei forfettari a 85 mila euro, introdurre una “exit tax” a due anni ed eliminare progressivamente le ritenute d’acconto.
La riforma fiscale prevede di istituire un regime fiscale transitorio per garantire un “passaggio morbido” dalla tassa piatta al regime IRPEF: è previsto per chi supera i 65mila euro di reddito annuo uscendo progressivamente dal forfettario, nel quale può rimanere per altri due anni purché non superi al soglia degli 85mila euro di reddito. Dunque, una norma che consenta di:
passare da regime forfettario a regime ordinario con uno scivolo che non penalizzi eccessivamente chi passa da una sistema all’altro.
Fra i nodi da sciogliere, restano i nuovi criteri delle rilevazioni catastali, pensati anche per avvicinare le rendite catastali ai prezzi di mercato e far emergere gli immobili fantasma. L’accordo di maggioranza ha previsto che le novità non comportino il rischio di aumenti fiscali delle tasse sugli immobili (IMU).
Secondo quanto comunicato dal sottosegretario:
La delega fiscale ha immaginato un regime di scivolo progressivo che consenta di passare da regime forfettario a regime ordinario con uno scivolo che non penalizzi eccessivamente chi passa.
Questo “scivolo” è compreso tra i 65 mila e gli 85 mila euro, alzando in tal modo anche l’asticella del regime. In seguito, Freni ha affermato:
Non è ancora un’estensione del regime forfettario a 85.000 ma è un progressivo avvicinamento verso questo che è un obiettivo.
All’interno della legge, dovrebbe trovare spazio anche un intervento sul cashback fiscale, il via alla progressiva mensilizzazione degli acconti e l’abbandono della ritenuta di acconto.
Ad esprimersi sulla riforma è stato anche l’attuale presidente del consiglio nazionale dell’ordine dei commercialisti, Elbano De Nuccio:
Nello specifico risulta essere stata svuotata nella sua base imponibile questo ha generato una disparità di trattamento non solo tra comparti reddituali cioè reddito di lavoro dipendente rispetto al reddito di lavoro autonomo ma ha creato e generato anche disparità all’interno degli stessi comparti reddituali anche all’interno dei lavoratori autonomi, perché abbiamo lavoratori autonomi che possono accedere al regime sostitutivo e altri lavoratori autonomi che per superamento di determinati limiti di fatturato invece non possono accedere a quel regime sostitutivo. Questo ci porta ovviamente a fare delle riflessioni, delle riflessioni operative rispetto all’urgenza la necessità di mettere mano all’impianto di riforma.
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