- 31 Gennaio 2022
- Posted by: Cesare Longo
- Categoria: ULTIME NOTIZIE

Come sicuramente saprai, i servizi inerenti alla previdenza ed assistenza sociale dei lavoratori italiani sono erogati, nella maggioranza dei casi, dall’INPS – acronimo che sta per Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale.
Questo articolo si rivolge a tutti coloro che vorrebbero creare un nuovo business nell’ambito del commercio: aprendo, ad esempio, un punto vendita nella propria città o, piuttosto, fondando un’agenzia pubblicitaria o di organizzazione eventi. Oppure, ancora, investendo in quello che viene considerato, ormai da tutti, il “settore del momento”, ovvero l’e-commerce.
Nella categoria dei commercianti, non vi sono soltanto esercenti e venditori all’ingrosso/dettaglio. Troviamo, infatti, una serie di figure “collaterali”, come procacciatori d’affari, manager di artisti, produttori assicurativi, ecc., ed altre sviluppatesi in tempi recenti, come il dropshipping.
In casi del genere, comunque, è importante avere le idee chiare riguardo ai costi iniziali e di gestione: dall’apertura della Partita IVA ai contributi INPS dei commercianti.
Conosceremo le aliquote 2022 previste per i commercianti e le date di scadenza entro cui occorre provvedere al pagamento. Scopriremo, infine, se e a quali condizioni è possibile ricorrere ad un sistema di rateizzazione dei contributi, nonché se vi sono agevolazioni o riduzioni riservate ad alcune categorie.
Come iscriversi alla Gestione INPS Commercianti?
L’iscrizione alla Gestione Commercianti, e conseguentemente all’INPS, è uno dei primi adempimenti che dovrai porre in atto per aprire un’attività legata al commercio, un esercizio pubblico, un negozio online, ecc..
Al giorno d’oggi, comunque, la procedura da seguire è completamente differente rispetto al passato, quando era indispensabile andare presso la sede INPS più vicina per sbrigare la pratica in presenza. Ormai, infatti, anche questo passaggio è stato incluso nella “ComUnica” che, da circa un decennio, si svolge solo per via telematica.
Dunque, per completare l’iscrizione alla Gestione Commercianti, ti basterà predisporre e inviare online la Comunicazione Unica d’Impresa, includendo l’apposito modello per l’INPS. Tuttavia, è sempre consigliato farsi assistere da un consulente esperto nella compilazione di questi documenti e, in modo particolare, nei passaggi riguardanti l’apertura della Partita IVA, l’indicazione del Codice ATECO e la scelta del miglior regime fiscale.
Come si calcolano i contributi INPS dei commercianti? Con quali aliquote? Quando vanno versati?
Dette queste premesse, è arrivato il momento di porre l’attenzione sul tema centrale del nostro articolo: i contributi previdenziali che i commercianti sono tenuti a versare sulla base delle norme fissate dall’INPS.
Dunque, per prima cosa, dobbiamo distinguere i contributi fissi da quelli che variano in proporzione al reddito.
I primi, chiamati anche contributi minimi, corrispondono ad un importo “standard” stabilito ogni anno dall’INPS, che va versato obbligatoriamente da tutti i commercianti, a prescindere dal fatturato (anche in caso di reddito zero). Diversamente, la seconda tipologia va versata in caso di superamento del reddito minimo indicato dall’INPS (ossia 15.953 euro nel 2022) e si calcola solo sulla parte eccedente con aliquota al 24,09%.
Entriamo maggiormente nel dettaglio e vediamo a quanto ammontano i contributi INPS dei commercianti!
#a Contributi minimi (fissi)
I commercianti con reddito inferiore a 15.953 euro – cifra che l’INPS ha indicato come “reddito minimo” – sono chiamati a versare un contributo fisso di 3.850,52 euro, ridotto a 3.587,29 euro per chi non ha compiuto 21 anni.
Da dove derivano questi importi?
I contributi INPS per i commercianti si calcolano con:
- Aliquota standard al 24,09%
- Aliquota ridotta al 22,44% (per gli under 21)
Dunque, applicando tali aliquote sul reddito minimo, ossia su 15.953 euro, si ottengono le somme sopra indicate.
#2 Contributi variabili
Come anticipato, i contributi INPS per i commercianti comprendono una parte fissa e una parte che varia in proporzione al reddito, entrambe calcolate con le stesse aliquote: 24,09% e 22,44% per gli under 21.
La seconda tipologia prevede l’applicazione delle aliquote sulla “porzione” di reddito eccedente il minimo, ove presente. Difatti, il versamento è obbligatorio solo per i commercianti che hanno dichiarato più di 15.953 euro.
Agevolazioni e rateizzazione dei contributi
Le norme che regolano il calcolo e il versamento dei contributi INPS per i commercianti prevedono alcune agevolazioni, come la già menzionata riduzione dell’aliquota dal 24,09% al 22,44% al di sotto dei 21 anni di età.
Un altro vantaggio riguarda, invece, i commercianti con Partita IVA forfettaria, che possono ottenere uno “sconto” del 35% su tutti i contributi (sia fissi che variabili), presentando la richiesta di riduzione all’INPS.
In ultimo, per venire incontro alle esigenze dei propri iscritti, l’INPS ha previsto un sistema di rateizzazione dei contributi minimi, suddividendo l’importo – che, ricordiamo, è uguale per tutti i commercianti e va versato obbligatoriamente ogni anno, a prescindere da reddito e regime fiscale – in quattro rate da pagare entro:
- 17 maggio 2021;
- 20 agosto 2021;
- 16 novembre 2021;
- 16 febbraio 2022.
Le scadenze per il secondo tipo di contributi – se dovuti – corrispondono alle date previste per il pagamento delle imposte sulle persone fisiche, dunque si accorpano a: saldo 2020, primo acconto 2021 e secondo acconto 2021.
Riduzione contributi Inps forfettari 2021: scadenza, istruzioni e domanda
I titolari di partita IVA in regime forfettario iscritti alla gestione INPS artigiani e commercianti beneficiano della riduzione al 35% dei contributi dovuti.
Chi ha intrapreso una nuova attività beneficiando del regime forfettario dovrà fare domanda in modalità telematica entro la scadenza del 28 febbraio, rinviata al 1° marzo cadendo di domenica per poter beneficiare dell’agevolazione per il 2021.
Per usufruire della possibilità di versare i contributi Inps con aliquota agevolata è necessario che i titolari di partita Iva in regime forfettario effettuino comunicazione all’Inps dell’intenzione di fruire della riduzione dei contributi, entro il 28 febbraio di ogni anno.
Ricordiamo infatti che i contribuenti che svolgono attività di impresa e che rispettano i requisiti per rientrare nel regime forfettario possono aderire a due diversi regimi contributivi: ordinario o agevolato.
La possibilità di pagare i contributi Inps ridotti per i titolari di partita Iva in regime forfettario è stata introdotta con la Legge di Stabilità 2016.
Così come chiarito dall’INPS, per beneficiare dell’agevolazione sui contributi non è necessario presentare domanda ogni anno.
Occorre evidenziare, tuttavia, un piccolo grande paradosso: di fatto l’interpretazione dell’INPS in oggetto contrasta con il tenore letterale della norma prevista dalla Legge 190/2014 (Legge di Stabilità 2015) nella parte in cui si prevede che la domanda vada riproposta ogni anno.
Soffermiamoci di seguito sulle modalità di richiesta della riduzione dei contributi INPS per i titolari di partita IVA in regime forfettario.
n sostanza la circolare Inps specifica che i contribuenti a partita Iva in regime forfettario già titolari del diritto a beneficiare della riduzione contributi Inps non dovranno produrre nuova comunicazione e quindi non sarà necessario inviare nuovamente la domanda per il 2021, poiché, salvo esplicita rinuncia, resta valida la comunicazione della volontà di pagare i contributi in regime agevolato, ovvero con aliquota al 35%.
Al contrario, la domanda di riduzione contributi Inps 2021 dovrà essere effettuata obbligatoriamente da tutti coloro che intendono aderire al regime contributivo agevolato per la prima volta nell’anno in corso.
Per i contribuenti che aprono partita Iva nel 2021 la comunicazione di riduzione contributi Inps dovrà essere effettuata tempestivamente, ovvero in sede di iscrizione alla gestione artigiani e commercianti per le nuove attività di modo da consentire all’Inps l’elaborazione contributiva annuale.
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