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Limite contanti, dal 1° gennaio 2022 si scende ancora.

Per effetto della norma introdotta dal decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020, a partire dal prossimo anno non sarà possibile effettuare pagamenti in contanti per un importo superiore a 1.000 euro999,99 euro per la precisione.

Non sembra esserci spazio per una revisione al rialzo del limite all’uso dei contanti. Al contrario, il Ministero dell’Economia sottolinea la legittimità delle norme introdotte dall’Italia, volte a contrastare il riciclaggio di proventi illeciti e l’evasione fiscale.

Ad evidenziarlo è stato il Sottosegretario al MEF Freni, nel corso delle interrogazioni a risposta immediata del 13 ottobre 2021 presso la Commissione Finanze della Camera.

Limite contanti, dal 1° gennaio 2022 scende ancora: come cambiano i pagamenti

È per ragioni di interesse pubblico che in Italia il limite all’uso dei contanti si appresta a calare ulteriormente. I pagamenti cambieranno nuovamente, e la soglia massima sarà fissata a 1.000 euro a partire dal 1° gennaio 2022.

Si tratta della nuova e ultima tappa di un percorso per fasi disegnato dal decreto legge fiscale n. 124/2019 che, all’articolo 18, ha previsto:

  • la riduzione dell’importo massimo dei pagamenti in contanti da 3.000 a 2.000 euro a partire dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021;
  • la riduzione da 2.000 a 1.000 euro a partire dal 1° gennaio 2022.

Il secondo step per ridurre ulteriormente l’uso di contanti in Italia non sarà oggetto di modifiche. Lo si evince dalle dichiarazioni del Sottosegretario al Ministero dell’Economia Federico Freni del 13 ottobre 2021.

Nelle interrogazioni in Commissione Finanze della Camera viene chiesto se siano in campo iniziative per rivedere i limiti all’uso di contanti.

Il rappresentante del MEF non preannuncia modifiche alle regole vigenti e, al contrario, pone l’accento sulle finalità perseguite e sulla legittimità delle norme adottate dal Legislatore.

Nello specifico, è il regolamento CE n. 974/98 del Consiglio a prevedere che i limiti adottati dagli Stati membri dell’Unione Europea relativi all’uso di banconote e monete non sono incompatibili con il corso legale dell’euro, a patto che esistano mezzi “alternativi” di pagamento.

Gli Stati possono quindi adottare specifiche norme, per ragioni di interesse pubblico, volte a contrastare la circolazione di denaro contante, come tra l’altro confermato dalla Corte di Giustizia Europea con le sentenze C-422/19 e C-423/19.

Limite contanti, verso una soglia unica in Europa

La nuova stretta all’uso dei contanti in Italia si affianca all’introduzione di nuove specifiche norme Europee che, sempre con il fine di contrastare fenomeni illeciti, puntano a fissare a 10.000 euro la soglia massima per i pagamenti in contanti.

Il limite è di gran lunga più alto rispetto a quello che prenderà piede nel nostro Paese dal 1° gennaio 2022 ma, evidenzia il MEF,

“Tale proposta prevede il divieto per i soggetti che commerciano beni o servizi di accettare pagamenti in contanti superiori a 10.000 euro per un unico acquisto, ferma restando la possibilità per gli Stati membri di adottare massimali inferiori. Inoltre, si prevede che i limiti inferiori alla suddetta soglia già esistenti a livello nazionale continuano ad applicarsi.”

La proposta Europea, in sostanza, non va ad incidere sulle norme già adottate dai singoli Paesi, così come lascerà ampio spazio per ulteriori interventi al ribasso relativi all’uso di contanti.

Limite contanti, comunicazione all’UIF per le operazioni sopra 10.000 euro con finalità d’analisi

Un ulteriore aspetto sul quale si sofferma il Sottosegretario al MEF riguarda le comunicazioni alla UIF per le operazioni in contanti superiori a 10.000 euro al mese, adempimento disciplinato dal provvedimento dello stesso ente emanato il 28 marzo 2019.

Le comunicazioni oggettive vengono trasmesse dagli istituti di credito in caso di operazioni in contanti di importo superiore a 10.000 euro complessivi al mese, realizzate con transazioni pari o superiori a 1.000 euro l’una ma, a differenza delle segnalazioni di operazioni sospette, hanno la sola finalità di analisi e investigazione.

Si legge nella riposta del Sottosegretario Freni che:

“Le comunicazioni oggettive sono utilizzate esclusivamente per l’analisi finanziaria e l’approfondimento investigativo di operazioni sospette e per effettuare analisi di fenomeni o tipologie di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo; dati aggregati sulle operazioni in contanti rivenienti dalle predette comunicazioni sono pubblicati, inoltre, nel Rapporto Annuale della UIF.”

Una comunicazione che quindi non implica alcun sospetto nei confronti del soggetto che ha eseguito tali pagamenti, e che non costituisce quindi una ulteriore limitazione all’utilizzo del contante.

L’interesse pubblico dell’Italia è duplice e, come evidenziato dal Sottosegretario al MEF, i nuovi limiti all’uso dei contanti in vigore dal 1° gennaio 2022 puntano a contrastare il riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite e combattere il fenomeno dell’evasione fiscale.

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