- 5 Novembre 2021
- Posted by: Cesare Longo
- Categoria: ULTIME NOTIZIE

Dove trovare i soldi per poter finanziare l’avvio di una nuova attività imprenditoriale?
Ecco tre incentivi che aiutano concretamente chi vuole mettersi in proprio o chi sta sviluppando la sua idea di business.
Questo succede perché ci si rende immediatamente conto, una volta elaborato il primo business plan, che il flusso di cassa iniziale nella fase di start up è quasi sempre negativo.
In sintesi servono più soldi di quelli che si riescono a incassare con le prime vendite o che si ha a disposizione come budget personale.
Ovviamente dipende molto dal tipo di business ma in generale i principali costi iniziali sono per lo sviluppo la propria idea, il posizionamento sul mercato, le attività di marketing, l’acquisto di attrezzature necessarie, l’assunzione di eventuali collaboratori eccetera.
Le proposte delle banche
La prima mossa, spesso, è quella di rivolgersi alla banca per ottenere il credito necessario. Molti istituti bancari in questi anni hanno attivato delle offerte di finanziamenti per start up, che sono poi rimborsabili in qualche anno.
A volte, però, per accedere a questi finanziamenti sono richieste alcune garanzie oppure i primi dati contabili storici, che molti imprenditori non riescono a fornire nella primissima fase di sviluppo dell’idea.
Gli incentivi di Invitalia
La seconda mossa, che è conveniente e possibile fare contestualmente alla prima, è vagliare quindi uno degli Incentivi proposti da Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo di proprietà del Ministero dell’Economia.
Qui di seguito ne vedremo tre davvero interessanti, dedicati alle nuove iniziative imprenditoriali o alle start up costituite da poco.
1) ON – Oltre nuove imprese a tasso zero
È l’incentivo promosso da Invitalia per i giovani e le donne che vogliono diventare imprenditori e imprenditrici. In particolare si rivolge alle micro e piccole imprese che siano composte in prevalenza, quindi almeno per il 51%, da giovani tra i 18 e i 35 anni o da donne di qualunque età. Questo incentivo è dedicato a società di persone e società di capitali, sono quindi escluse le ditte individuali e le società semplici.
Benché ci sia questa regola possono presentare domanda anche gli imprenditori o imprenditrici persone fisiche, quindi senza società, semplicemente impegnandosi a costituirne una dopo l’eventuale ammissione all’agevolazione.
Il progetto finanzia nuove iniziative imprenditoriali ma permette anche di ampliare, diversificare o trasformare attività già esistenti.
In sintesi è adatto a tutti e si può presentare domanda direttamente per via telematica, tramite il sito Invitalia.
Sono previste due linee di finanziamento con programmi di spesa e regime di aiuti diversi a seconda che le imprese siano costituite da non più di tre anni oppure da almeno tre e non più di 5 anni.
In entrambi i casi si tratta però di un mix di finanziamenti a tasso zero e fondi perduti.Non sono richieste garanzie in caso di finanziamenti inferiori a 250.000 euro e la copertura può arrivare fino al 90% delle spese da sostenere, da rimborsare poi nei successivi 10 anni.
In caso di finanziamenti superiori a 250.000 euro è invece prevista la garanzia sotto forma di privilegio speciale mentre in caso di acquisto di un immobile, necessario per poter sviluppare il progetto, è richiesta ipoteca.
Al 1° ottobre 2021 risultavano inviati, tramite questo progetto, fondi per 132 milioni con 583 iniziative finanziate (Fonte Invitalia). Non c’è scadenza nel progetto, si può presentare domanda finché ci saranno fondi a disposizione.
2) Resto al Sud
Resto al Sud è l’incentivo, anch’esso promosso da Invitalia, per sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali nel Sud Italia.Non è quindi rivolto a tutti ma solo a chi è residente, o trasferisce residenza entro 60 giorni dall’esito della domanda, in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia o nei comuni del Centro Italia colpiti dai terremoti del 2016 e 2017.
A differenza dell’incentivo “Imprese a tasso zero” in questo caso non è obbligatorio avere o creare una forma societaria per poter accedere ai fondi. Possono aderire anche imprese individuali e liberi professionisti.
Sono finanziabili attività produttive nei settori industria, artigianato trasformazione dei prodotti agricoli e pesca, fornitura servizi alle imprese e alle persone, turismo e attività professionali.
Sono invece escluse da questo incentivo attività agricole e commerciali.
Resto al Sud arriva a coprire il 100% delle spese ammesse con un mix di fondo perduto e finanziamento, garantito dal Fondo di garanzia per Pmi e i cui interessi sono a carico di Invitalia.
C’è un tetto di spesa che varia da 50.000 a 200.000 euro a seconda del tipo di soggetto richiedente.Sono diverse le spese ammesse tra cui acquisto di macchinari, impianti e attrezzature, ristrutturazione di immobili, nuovi programmi informatici eccetera.
Anche in questo caso non ci sono bandi, scadenze o graduatorie: le domande vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo e il programma va avanti fin quando ci saranno fondi a disposizione.
Al 1° ottobre risultavano concesse agevolazioni per 515 milioni con oltre 9.800 iniziative finanziate (fonte Invitalia).
3) Nuovo Selfiemployment
Questo incentivo, sempre gestito da Invitalia, finanzia con prestiti a tasso zero fino a 50.000 euro l’avvio di piccole iniziative imprenditoriali e si rivolge a Neet, quindi giovani under 30 che non studiano e non lavorano, a donne inattive e disoccupati di lungo periodo.
Non ci sono requisiti regionali, essendo valido su tutto il territorio nazionale, e per la domanda non ci sono limitazioni a forme societarie. La domanda può quindi essere fatta anche da ditte individuali e professionisti, a patto di impegnarsi a costituire la società in caso di conferma del finanziamento.
È possibile richiedere tre diverse tipologie di finanziamenti a seconda delle necessità: un microcredito da 5.000 a 25.000 euro, un microcredito esteso da 25.000 a 35.000 euro oppure piccoli prestiti fino a 50.000 euro.
Tutti i prestiti sono a tasso zero, senza garanzie e rimborsabili in 7 anni con rate mensili che partono un anno dopo l’erogazione del prestito.
Nel Nuovo Selfiemployment sono finanziabili attività varie: dal turismo ai servizi alla persona, dai servizi per l’ambiente fino al commercio, risparmio energetico e settore manifatturiero. Sono invece esclusi i settori relativi ad agricoltura primaria e pesca.
Tra le spese ammissibili ci sono quelle relative a strumenti, attrezzature e macchinari per lo sviluppo dell’attività oltre a hardware e software ma sono finanziabili anche spese classiche di gestione come canoni di locazione, leasing e utenze.
Al 1° ottobre risultavano concesse agevolazioni per 52 milioni di euro con oltre 1500 iniziative finanziate. (Fonte Invitalia)
Le altre agevolazioni
Oltre a questi tre incentivi, che hanno una platea di potenziali richiedenti molto ampia, ce ne sono altri, sempre gestiti da Invitalia, più specifici come «Smart&Start» Italia dedicato alle start up innovative oppure «Cultura Crea» per le nuove iniziative imprenditoriali in ambito culturale.
Da ultimo, ma non per importanza, ci sono anche numerosi incentivi regionali che sono sempre finalizzati a sostenere l’avvio di nuove imprese e favorire quindi il rilancio dell’economia dopo il duro periodo Covid. Un esempio il «Bando Nuova Impresa» di regione Lombardia che aprirà le porte il 1° dicembre e avrà una dotazione di 4 milioni di euro.
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