- 2 Gennaio 2023
- Posted by: Cesare Longo
- Categoria: ULTIME NOTIZIE

Regime forfettario, anche per il 2023 continua a essere previsto l’esonero dall’obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari con ricavi e compensi inferiori a quota 25 mila euro annui. A partire dal 2024, invece, la fatturazione elettronica sarà obbligatoria per tutti.
Forfettari senza fattura elettronica obbligatoria nel 2023 anche se nelle corso del 2022 hanno superato i 25.000 euro di ricavi e compensi ragguagliati all’anno.
Dall’Agenzia delle Entrate arrivano chiarimenti sull’obbligo di emettere fattura elettronica nel 2023 per chi applica il regime forfettario: dallo scorso luglio sono incluse nei flussi delle e-fatture che transitano dal Sistema di Interscambio le partite IVA con ricavi o compensi superiori ai 25.000 euro, resta escluso fino al 2024 chi ha superato la soglia nel 2022.
La precisazione arriva dall’Amministrazione finanziaria con una nuova FAQ del 22 dicembre che si aggiunge alle risposte a domande frequenti presenti sul portale istituzionale.
Fattura elettronica 2023 e regime forfettario: niente obbligo per chi supera la soglia di 25.000 nel 2022
L’articolo 18 del DL n. 36 del 2022 ha esteso la platea di soggetti obbligati all’emissione di fattura elettronica, includendo anche le partite IVA che applicano il regime forfettario dallo scorso luglio.
Allo stesso tempo, però, ha previsto un ingresso nel perimetro della fatturazione elettronica in due tempi:
- dal 1° luglio 2022 in caso di ricavi o compensi superiori a 25.000 euro nell’anno precedente e quindi nel 2021;
- dal 1° gennaio 2024 in tutti gli altri casi.
Alla viglia del nuovo anno sorge, però, un dubbio: quali sono le regole da applicare per il 2023 in caso di superamento della soglia nel corso del 2022?
Il chiarimento arriva direttamente dall’Agenzia delle Entrate con la FAQ n. 150 sul tema, risposta a domande frequenti, pubblicata sul portale istituzionale il 22 dicembre 2022.
Chi avrà superato i limiti nel corso di quest’anno, in ogni caso, entrerà nei flussi informativi che passano dal Sistema di Interscambio solo all’inizio del 2024.
Inoltre confermato anche per l’anno prossimo lo specifico divieto di emissione delle fatture elettroniche per gli operatori sanitari che inviano i dati al sistema tessera sanitaria (TS) in riferimento alle sole prestazioni soggette ad invio al citato sistema TS che restano dunque in versione “fattura cartacea”.
Fattura elettronica e regime forfettario 2023
Attraverso la Legge di Bilancio 2023 il Governo Meloni ha introdotto dei nuovi requisiti per accedere al regime forfettario. A partire dal 2023, infatti, il tetto massimo dei ricavi e dei compensi percepiti per poter applicare l’aliquota agevolata aumenta da 65 mila euro a 85 mila euro annui.
Si amplia, quindi, la platea dei beneficiari del regime forfettario, ma questo non implica particolari conseguenze sull’obbligo di fatturazione elettronica, almeno nel 2023.
Per il prossimo anno, infatti, continua a essere previsto l’esonero dall’obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari con ricavi e compensi inferiori a quota 25 mila euro annui.
A partire dal 2024, invece, la fatturazione elettronica sarà obbligatoria per tutti.
Fatturazione elettronica e prestazioni sanitarie 2023
Il Decreto Milleproroghe 2023, provvedimento che riscrive la normativa presente su scadenze e date di entrata in vigore, conferma il divieto di fatturazione elettronica per le prestazioni sanitarie anche per il 2023.
Tale divieto è stato introdotto nel 2019, anno di debutto della fatturazione elettronica in Italia, ed è stato via via esteso anche per anni successivi, escludendo dalla fattura elettronica tutti coloro che operano in ambito medico e sanitario.
Alla base del divieto fatturazione elettronica delle prestazioni sanitarie c’è la difficoltà di bilanciare la digitalizzazione del Fisco con le esigenze legate alla privacy. Sui dati sanitari, infatti, si fa fatica a sciogliere le riserve e periodicamente si interviene sul testo dell’articolo 10 bis del Decreto Fiscale 2019 per aggiungere un altro anno alla lista.
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- 2 Gennaio 2023
- Posted by: Cesare Longo
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DECRETO SOSTEGNI BIS – Contributi a fondo perduto, calcolo sui bilanci per valutare il reale danno subito dalle partite IVA a causa della crisi da Covid-19.
Dopo l’approvazione del DEF, nell’agenda degli impegni del Governo c’è la messa a punto del decreto Sostegni bis.
Dopo le anticipazioni già fornite dal Ministro Giorgetti, è il Premier Draghi ad annunciare le novità in cantiere in relazione al nuovo fondo perduto, nel corso della conferenza stampa del 16 aprile 2021.
Stando a quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio, si sta valutando di sdoppiare il pagamento del nuovo contributo a fondo perduto, prevedendo l’erogazione di una quota in acconto e dell’importo “conguagliato” a saldo.
Il decreto Sostegni bis potrebbe quindi creare un nuovo metodo di calcolo per la seconda rata, basato su quanto emerso dal bilancio d’esercizio, o meglio dall’utile o dall’imponibile fiscale, accanto ad una prima rata erogata secondi i criteri già fissati dal decreto n. 41/2021.
L’obiettivo è duplice: da un lato, garantire l’erogazione rapida dei nuovi sostegni ma, in parallelo, attribuire a ciascun titolare di partita IVA un aiuto che sia calcolato in base alle reali perdite subite.
Fondo perduto con calcolo sui bilanci, nuovi sostegni con doppio pagamento: novità
Il requisito del calo del fatturato, ai fini dell’accesso ai contributi a fondo perduto del decreto Sostegni, è stato adottato al fine di garantire pagamenti rapidi alle imprese beneficiarie.
Ed è per questo che in vista del varo del decreto Sostegni bis – anche detto “decreto Imprese” – il Governo è intenzionato ad adottare un nuovo criterio di calcolo dei contributi a fondo perduto, un “indicatore di risultato di esercizio”.
Lo scoglio da superare è relativo però ai tempi.
Attendere l’approvazione dei bilanci vorrebbe dire rinviare l’erogazione dei nuovi aiuti al mese di luglio.
Ed è per contemperare l’esigenza di aiuti rapidi ed equità che si va profilando l’ipotesi di un pagamento doppio, in acconto e saldo.
Contributi a fondo perduto a rate: pagamento in acconto e saldo nel decreto Sostegni bis
Tra le ipotesi in campo, secondo quanto affermato dal Ministro Giorgetti ed evidenziato dal Premier Draghi durante la conferenza stampa del 16 aprile 2021, c’è quindi quella di sdoppiare il pagamento della nuova tranche di aiuti economici.
Il Ministro dello Sviluppo Economico ha affermato quanto segue:
“se riusciamo a contemperare, diciamo così, l’approvazione dei bilanci ed eventualmente un’ulteriore anticipazione in termini di acconto, basata sul fatturato, per chiudere poi prevedibilmente nei tempi di giugno o luglio sui bilanci e dare una distribuzione equa, ecco, probabilmente avremmo realizzato compiutamente una più equa distribuzione degli indennizzi.”
Le anticipazioni fornite alla Camera, in occasione del question time del 14 aprile 2021, aiutano a delineare il profilo dei nuovi contributi a fondo perduto, anche se è ancora tutto in divenire.
L’ipotesi di un pagamento in acconto, da erogare secondo i criteri di calcolo previsti dal decreto Sostegni n. 41, e di una seconda quota a saldo, basata sui risultati dei bilanci, garantirebbe un ristoro più equo alle imprese, che dal loro canto dovrebbero però attendere fino a giugno o luglio per l’erogazione dell’importo complessivamente spettante.
I tempi potrebbero però dilatarsi per le partite IVA che non presentano il bilancio. In tal caso, il calcolo della seconda quota di contributo spettante potrebbe essere effettuato in base all’imponibile fiscale, ma bisognerebbe attendere fino al 30 novembre 2021, scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi.
Appare necessario specificare che si tratta solo delle prime ipotesi emerse. Il testo del decreto Sostegni bis è ancora in fase “embrionale”. Secondo le ultime anticipazioni, l’obiettivo dell’Esecutivo è di approvarlo in tempo brevi e possibilmente entro il mese di maggio.
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