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REGIME FORFETTARIO, Quali sono i veri vantaggi della partita Iva con tassazione flat e quali limiti? Ecco una mini guida fiscale per non sbagliare.

Il forfettario è sicuramente un regime fiscale molto gettonato da chi vuole aprire la partita Iva e iniziare quindi un’attività imprenditoriale individuale: è dedicato alle ditte individuali e introdotto dalla Legge di stabilità 2015, in sostituzione del regime dei minimi.
Lo confermano le statistiche del ministero dell’Economia relative anno di imposta 2019, le ultime disponibili perchè legate alle dichiarazioni dei redditi: i soggetti aderenti risultavano circa 1,6 milioni in quel periodo e, di questi, oltre 800mila avevano iniziato l’attività proprio nel 2019.
Di fatto si è quindi quasi raddoppiato, nel giro di un anno e al netto delle chiusure, il numero di partite Iva individuali che ha scelto questo regime, chiaro segnale che la flat tax fa gola a molti piccoli imprenditori.

I requisiti del forfettario

Accedervi è molto semplice, bisogna solo rispettare un requisito di fatturato, massimo 65.000 euro all’anno, e uno relativo alle spese per dipendenti e collaboratori, che non possono essere superiori a 20.000 euro l’anno.
In effetti il regime forfettario ha indubbiamente molti vantaggi, che vedremo qui di seguito, ma anche qualche svantaggio e limitazione che non lo rendono conveniente a tutti. È quindi sempre consigliabile fare un’analisi preliminare di convenienza all’inizio di ogni anno fiscale in modo da decidere se continuare o abbandonare il regime.

I vantaggi del regime forfettario

Il primo e probabilmente più importante vantaggio al momento è la tassazione tlat al 15%, sostitutiva di quelle ordinariamente previste cioè Irpef, addizionali comunali e regionali e Irap.
Questa percentuale si abbassa addirittura al 5% nei primi 5 anni di attività per chi non ha esercitato nei tre anni precedenti attività artistica, professionale o d’impresa e per chi non prosegue un’attività svolta in precedenza come dipendente o autonomo.

Si tratta indubbiamente di un’agevolazione importante che è stata introdotta proprio per incentivare le nuove attività, i piccoli imprenditori e che molto spesso comporta un risparmio fiscale notevole in sede di dichiarazione dei redditi.

Più si guadagna e più conviene

Da questo punto di vista il regime forfettario conviene sempre più all’aumentare del reddito: più si guadagna e più si ha vantaggio fiscale poiché le aliquote Irpef crescono progressivamente a scaglioni, mentre la flat tax prevede un’aliquota fissa, peraltro inferiore a quella minima prevista per l’Irpef.

Oltre a questo la tassazione è separata rispetto ad altri eventuali redditi percepiti, per cui, pur inserendoli tutti in una medesima dichiarazione, non c’è un vero e proprio cumulo con aumento dell’aliquota Irpef per gli altri.

Semplificazione contabile

Il secondo vantaggio è la semplificazione contabile: tutti i contribuenti in regime forfettario, indipendente dal reddito, sono infatti esonerati dagli obblighi di registrazione e tenuta delle scritture contabili, fermo restando l’obbligo di tenere e conservare i registri previsti da disposizioni diverse da quelle tributarie, e sono esclusi dall’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa).
Oltre a questo non devono operare le ritenute alla fonte, a eccezione di quelle sui redditi di lavoro dipendente e assimilati e non sono soggetti a ritenuta d’acconto in relazione ai ricavi o compensi percepiti.

Taglio ai contributi Inps

Terzo vantaggio è la possibilità di ottenere, per chi è iscritto alla gestione Inps artigiani e commercianti, la riduzione del 35% dei contributi da versare. In merito a questo è importante sottolineare che con il sistema pensionistico contributivo attualmente in vigore l’importo della pensione viene determinato dalla somma dei contributi accumulati durante la vita lavorativa, quindi in sintesi chi più versa più avrà di pensione.
Chiedere la riduzione ha quindi un impatto positivo adesso da un punto di vista di liquidità per l’imprenditore ma avrà un impatto negativo in futuro al momento del pensionamento.

Il vantaggio quindi sta più che altro nella possibilità di scegliere se versare i contributi in misura piena o ridotta del 35%, opzione riservata, come detto, solo ai contribuenti in regime forfettario previa presentazione di specifica domanda all’Inps.

I vantaggi sull’Iva

Quarto possibile plus è la gestione Iva. I contribuenti in regime forfettario infatti non addebitano l’Iva in fattura ai propri clienti con un importante vantaggio competitivo, per chi opera con privati, rispetto a tutte le altre partite Iva, che invece sono obbligate per legge ad addebitarla.
In sintesi, a parità di imponibile, il cliente privato che compra da forfettario paga meno. Attenzione però perchè questo vantaggio viene spesso in parte riassorbito dalla mancata detrazione dell’Iva sugli acquisti inerenti.

Gli svantaggi della flat tax

Nel regime forfettario il reddito imponibile viene determinato applicando all’ammontare dei ricavi o dei compensi percepiti un coefficiente di redditività diversificato a seconda del codice Ateco relativo all’attività svolta e deducendo i contributi obbligatori versati.
Questo vuol dire che non c’è una deduzione analitica di tutti i costi sostenuti per portare avanti l’attività imprenditoriale, come invece succedeva con il vecchio regime dei minimi.

La flat tax del forfettario non conviene quindi in situazioni di perdita o di costi elevati rispetto al fatturato prodotto in quanto si rischia di versare imposte e contributi maggiori rispetto al dovuto con altri regimi fiscali.

Stop a detrazioni e deduzioni Irpef

Il secondo svantaggio è la perdita, in assenza di altri redditi, di tutte le detrazioni e deduzioni legate all’Irpef come ad esempio quelle per familiari a carico, per le ristrutturazioni, il mutuo sulla prima casa e via dicendo. Chi ha diritto a molte detrazioni e non ha altri redditi non ha quindi convenienza ad aderire al regime forfettario perchè rischierebbe di pagare di più rispetto a quando potrebbe versare applicando l’Irpef.

Conclusioni

Il regime forfettario è sicuramente attraente per via della tassazione flat al 15% e delle semplificazioni contabili che consentono di limitare alcuni costi e permettono all’imprenditore di dedicare maggiori risorse allo sviluppo dell’attività.

Dall’altra parte è, però, penalizzante non poter dedurre analiticamente tutti i costi sostenuti e detrarre le spese personali, soprattutto per chi ha fatturati e redditi alti e molti costi da inserire.

È quindi utile, per evitare sorprese, fare ogni anno una simulazione della tassazione in regime forfettario e in regime Irpef usando i dati contabili degli anni precedenti e ipotizzando costi, ricavi e detrazioni future.

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