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L’entrata in vigore oggi del decreto Aiuti bis – il Dl 115/2022 pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale -, consente di riconoscere il bonus da 200 euro per gli autonomi.

La relazione tecnica che accompagna il provvedimento spiega il problema, anticipato a suo tempo su queste pagine: sono 3 milioni le partite Iva con redditi fino a 35mila euro, al bonus servono 600 milioni di euro, raggiunti grazie al rifinanziamento con 100 milioni del nuovo decreto.

I commercianti sono stimati in 973mila, seguono gli artigiani (859mila), i professionisti iscritti alle casse (477mila), i professionisti esclusivi (216mila) e i coltivatori diretti (30mila).

Tuttavia, a oggi, manca ancora il decreto attuativo che possa effettivamente rendere concreto il bonus.

Ecco quello che devi sapere se sei una partita iva e stai ancora aspettando di ricevere il bonus 200 euro sul tuo conto corrente.

Il bonus 200 euro per le partite iva

L’art.33 del decreto Aiuti ha istituito un fondo per il sostegno del potere d’acquisto dei lavoratori autonomi. Il fondo è finalizzato all’erogazione del bonus 200 euro per le partite iva.

Tuttavia, anche se ci sono i fondi, mancano ancora i provvedimenti del Ministero competente che devono definire:

  • i criteri per la concessione dell’indennità una tantum,
  • le modalità di riconoscimento,
  • nonché i limiti reddituali da rispettare.

Ipotesi clickday

A oggi è possibile solo fare delle previsioni su quelle che saranno le reali condizioni da rispettare per ottenere il bonus 200 euro per partite iva.

La prima ipotesi è quella che il bonus 200 euro sarà assegnato tramite clickday.

Dunque, nel giorno fissato per l’invio delle richieste, chi sarà più veloce a cliccare, cioè a inviare la richiesta del bonus via PC, riceverà i 200 euro. Esauriti tutti i soldi  messi a disposizione dallo Stato, chi è stato più lento degli altri, purtroppo, non riuscirà a ottenerlo. Su tale passaggio, il decreto Aiuti-bis ha stanziato nuovi fondi per coprire più richieste possibili del bonus 200 euro partite iva.

Proprio sull’ipotesi clickday, l’Associazione nazionale dei commercialisti, ANC, ha espresso la propria preoccupazione.

Questo quanto si legge in un recente comunicato stampa:

Tralasciando le considerazioni su una misura che poco risolve rispetto alle problematiche che affliggono la nostra professione” interviene sul tema il Presidente ANC Marco Cuchel “dobbiamo assistere nuovamente ad una ingiustificata discriminazione e penalizzazione rispetto ai pensionati, i quali si sono visti accreditare direttamente i 200 euro e ai lavoratori dipendenti, ai quali basta una semplice autodichiarazione. Noi, non solo non abbiamo la certezza di poter accedere ad un beneficio che ci spetta, ma dobbiamo essere anche sottoposti alla forca caudina del click day, che, oltre a togliere tempo a tutte le incombenze telematiche del periodo, ci costringe ad una corsa che lede la dignità di una professione.

Ipotesi limiti reddituali

Detto ciò, il provvedimento che dovrebbe arrivare a breve, potrebbe prevedere dei limiti reddituali in base ai quali riconoscere o meno il bonus alle partite iva. In particolare, il bonus potrebbe essere subordinato o meno al reddito conseguito nel 2021. Con molta probabilità i titolari di partita iva con reddito oltre 35.000 euro annui saranno esclusi.

A ogni modo, non rimane che attendere quelle che saranno le indicazioni del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze.

La relazione tecnica dettaglia poi in maniera puntuale l’intervento sulle pensioni, articolato in due capitoli.

Il primo riguarda tutti gli assegni, senza soglia di valore, e anticipa il conguaglio al 1° novembre: si riconosce uno 0,2% aggiuntivo per la rivalutazione legata al 2021, quando l’inflazione rilevata è stata dell’1,9% anziché dell’1,7% calcolato fin qui. Il costo sul 2022 è di 416 milioni di euro, mentre gli altri 1.031 milioni servono all’anticipo dell’indicizzazione, con un incremento di 2 punti percentuali per gli assegni fino a 34.996 euro che scatta da ottobre.

Le doti principali

Tra le novità dell’ultimo testo spunta poi un bonus contro il caro-carburante del trasporto locale e regionale mentre sale a 600 euro (da 258 euro) il limite dei fringe benefit per 3milioni di lavoratori, con l’esenzione dalle tasse anche dei bonus per il pagamento delle utenze domestiche contro il caro-energia (al costo di 86,3 milioni).

Una revisione normativa accelera poi l’attuazione dei programmi Pnrr sull’edilizia universitaria.

È assai ampio il ventaglio di interventi finanziato con i 17 miliardi: sul versante lavoro c’è il taglio per sei mesi di 1,2 punti del cuneo contributivo ai lavoratori dipendenti con redditi entro 35mila euro per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2022, inclusa la tredicesima, che costa 1.181,4 milioni di euro per il 2022 e 526,6 milioni di euro per il 2023.

Il “bonus 200 euro” viene esteso ad un’ampia platea di lavoratori finora non coperti: 40mila cassintegrati e lavoratrici rientrate dalla maternità.

L’indennità è riconosciuta, in via automatica, per il tramite dei datori di lavoro, nella retribuzione di ottobre, previa dichiarazione del lavoratore di non averne già beneficiato. Il bonus è riconosciuto anche a 56mila dottorandi e assegnisti di ricerca, 148mila collaboratori sportivi e, con decorrenza 1° luglio va anche a 50mila pensionati.

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