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Iniziamo col dire che i contributi per colf e badanti sono costi deducibili (e non detraibili). Stesso discorso vale per i contributi previdenziali ed assistenziali versati dai datori di lavoro per tutte le altre tipologie di addetti ai servizi domestici (come autisti, giardinieri, ecc.) e di addetti all’assistenza personale o familiare (ad esempio baby-sitter).

Differenza tra costi costi deducibili e costi detraibili

Deduzione e detrazione sono due concetti differenti ma accomunati dal fatto che contribuiscono, seppure in modo diverso, a ridurre il carico fiscale del contribuente.

In definitiva:

  • gli oneri deducibili consentono di ridurre a monte la base imponibile ( l’importo prima di calcolare le tasse);
  • le spese detraibili riducono l’imposta.

Quindi, se il contribuente ha sostenuto spese sia deducibili che detraibili, prima di tutto vengono sottratte le spese deducibili (si riduce la base imponibile su cui si calcola l’imposta) e, successivamente, sull’imposta lorda sarà sottratta una percentuale delle spese detraibili (in genere il 19%).

Contributi per colf e badanti: vale il principio di cassa

Abbiamo chiarito il concetto di deducibilità. Ma quali contributi possono essere dedotti dal reddito? Bene, a questo punto è necessario introdurre il concetto del principio di cassa, secondo cui sono deducibili dal reddito i contributi:

  • effettivamente pagati;
  • pagati nell’anno di riferimento della dichiarazione dei redditi (i contributi per colf e badanti versati quest’anno saranno deducibili con il modello redditi 2023 riferito all’anno d’imposta 2022)

A chi spetta la deduzione

Ai fini della deduzione è importante ricordare che:

  • il datore di lavoro è l’unico autorizzato alla deduzione dei contributi previdenziali e assistenziali per colf e badanti, anche se per il pagamento viene utilizzato un conto corrente non intestato a lui ovvero se il pagamento effettivamente viene fatto da terzi;
  • sono deducibili dal reddito le somme effettivamente versate nell’anno precedente fino ad un importo massimo di euro 1.549,37 annui, e solo relativamente alla parte a carico del datore di lavoro;
  • è necessario conservare le ricevute di pagamento dei contributi complete della parte informativa sul rapporto di lavoro domestico intestati all’INPS ed eseguiti con c/c postale e/o MAV;
  • non possono essere considerate le spese sostenute nel 2020 che nello stesso anno sono state rimborsate dal datore di lavoro in sostituzione delle retribuzioni premiali e indicate nella sezione “Rimborsi di beni e servizi non soggetti a tassazione – art. 51 Tuir” (punti da 701 a 706) della Certificazione Unica con il codice onere 3  Rigo E24 .

Contributi colf e badanti: aumenti per il 2022

Con la circolare n. 17/2022, l’INPS ha annunciato un aumento degli importi dovuti a titolo di contributi per il 2022 per colf e badanti. L’ISTAT ha infatti comunicato la variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie(pari all’1,9%). Questo ha conseguentemente portato alla determinazione di nuove fasce di retribuzione su cui calcolare i contributi dovuti per l’anno 2022 per i lavoratori domestici.

Ricordiamo che i contributi per colf e badanti devono essere versati, esclusivamente mediante bollettino MAV o con carta di credito utilizzando il portale online sul sito INPS, per trimestre solare* e quindi :

  • 1 trimestre: dal 1° al 10 aprile;
  • 2 trimestre: dal 1° al 10 luglio;
  • 3 trimestre: dal 1° al 10 ottobre;
  • 4 trimestre: dal 1° al 10 gennaio.

Se l’ultimo giorno utile per il versamento coincide con la domenica o con una festività, esso è prorogato al giorno successivo non festivo .

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