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Fino al 2021 chi aderiva al regime della flat tax forfettario perdeva le detrazioni per figli a carico. Da marzo 2022, invece, cambia tutto con il nuovo assegno unico.

Nel regime forfettario non è possibile nè dedurre costi ai fini della determinazione del reddito imponibile, nè accedere, in assenza di altri redditi, a tutte le detrazioni di imposta previste dalla normativa fiscale.
Queste due limitazioni sono sempre state considerate i maggiori svantaggi per chi sta valutando se accedere o meno al regime con tassazione flat al 5 o 15% con la propria partita Iva individuale.

Detrazioni per figli

In particolare fino al 2021 molti imprenditori e professionisti con figli a carico e senza altri redditi, se non quelli derivanti dall’attività imprenditoriale o professionale, hanno scelto di rimanere nel sistema Irpef a tassazione progressiva proprio per poter conservare il vantaggio fiscale delle detrazioni fiscali dedicate a chi ha carichi di famiglia.
Aderendo al regime forfettario, veniva infatti perso, proprio per questa impossibilità di sfruttare le detrazioni fiscali, un importo annuale, variabile in base al reddito al numero di componenti a carico del nucleo familiare, ma che poteva arrivare fino a un massimo di 1.220 euro se il figlio era minore di 3 anni o 1.620 eurose portatore di handicap.
Un sostegno economico annuale decisamente non trascurabile in fase di valutazione fiscale, soprattutto per le famiglie numerose e monoreddito, che rendeva per molti il regime in flat tax spesso sconveniente alla prova dei numeri nonostante una percentuale di tassazione molto più bassa rispetto all’IRPEF a scaglioni.

Novità dal 2022

A seguito dell’abrogazione delle detrazioni per figli a carico con età inferiore a 21 anni e dell’implementazione, in sostituzione di quelle e di altri bonus fiscali, dell’assegno unico universale è cambiato completamente il calcolo di convenienza fiscale, che si sposta ora ancor di più a favore del regime forfettario per una platea maggiore.

A partire da marzo 2022 infatti anche chi ha una partita Iva individuale e applica il regime in flat tax potrà accedere alla nuova forma di sostegno economico dedicata a chi ha figli a carico under 21 e istituita dalla legge 46/2021.

Tutto questo, unito alle semplificazioni negli adempimenti contabili e fiscali, rende questo regime fiscale ancora più appetibile rispetto al passato per piccoli imprenditori e professionisti con ricavi e compensi al di sotto dei 65.000 euro annui.

Nulla cambia, invece, per tutti coloro che hanno altri familiari a carico o figli di età pari o superiore a 21 anni, per i quali potranno essere fruite ancora le detrazioni Irpef per carichi di famiglia, di cui all’articolo 12 del Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi), non applicabili però al regime forfettario.

I requisiti per l’assegno unico universale

Questa misura di sostegno economico mensile viene riconosciuta a condizione che al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio i figli a carico under 21 frequentino alternativamente un corso di formazione scolastico, professionale o di laurea, svolgano un tirocinio o il servizio civile oppure infine diano immediata disponibilità al lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego.

Oltre a tutto questo è necessario che il richiedente, in Regime Forfettario o con qualunque altro tipo di regime fiscale, sia cittadino italiano o di un altro Paese europeo oppure in possesso di regolare permesso di soggiorno, sia residente e domiciliato in Italia insieme a tutto il nucleo familiare e infine sia assoggettato al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia. Importi e modalità di presentazione della domanda.

Importi e domande

L’importo dell’assegno unico universale non è uguale per tutti ma è variabile in base all’Isee, al numero e all’età dei figli a carico ma non dipende più dal regime fiscale adottato o dal tipo di reddito prodotto.

Si va da un minimo di 50 euro mensili, in caso di Isee pari o superiore a 40.000 euro fino a un massimo di 175 euro per nuclei familiari con Isee inferiore a 15.000 euro.

Questi importi base possono essere poi soggetti a maggiorazioni in determinati casi specifici tra cui ad esempio famiglie numerose, madri minori di 21 anni, figli con disabilità o famiglie con entrambi i genitori lavoratori.

La domanda di assegno unico universale può essere presentata sia per i lavoratori dipendenti sia per i soggetti con partita Iva a partire dal 1° gennaio 2022 o tramite portale web Inps, o tramite call center Inps, ma in questi casi bisogna essere in possesso di Spid, carta d’identità elettronica o Cns (Carta nazionale dei servizi), oppure ancora tramite istituti di patronato.

Il sostegno economico erogato direttamente dall’Inps ha validità di un anno quindi è necessario rinnovare periodicamente la domanda e in fase di compilazione si può richiedere che venga erogato l’intero importo al richiedente oppure diviso al 50% tra i due genitori.

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