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Con la riforma Irpef 2022 alle porte, si aprono spazi per le prime simulazioni. I calcoli effettuati sono molto utili a farci avere una idea di base su quali potranno essere gli effetti pratici della riforma Irpef.

Di fatto, la riforma fiscale delle aliquote Irpef al via il prossimo anno consentirà i maggiori risparmi a chi guadagna circa 40mila euro l’anno: infatti, i contribuenti in questa fascia verseranno qualcosa come 945 euro di tasse in meno, corrispondenti a 78 al mese.

Mentre il lavoratore dipendente medio, che in base ai dati ministeriali, dichiara 24mila euro se in possesso di un contratto stabile potrà contare su un risparmio meno di 98 euro l’anno; vale a dire circa 8 euro al mese.

Non solo: i redditi che ammontano a circa 28-29mila euro di fatto non godranno praticamente di alcun beneficio.

Riforma Irpef: simulazioni con riduzione aliquote e senza detrazioni figli a carico

Le cifre citate finora rappresentano il risultato di simulazioni del Sole 24 Ore sugli effetti delle riduzioni di imposta, che saranno applicate da marzo quando in busta paga giungerà anche il conguaglio per gennaio e febbraio, per i dipendenti senza carichi familiari.

Le simulazioni del noto giornale economico sono ovviamente molto utili per ipotizzare gli scenari pratici della riforma Irpef in vigore dal prossimo anno. Esse tengono conto della riduzione della aliquote Irpef da 5 a 4 ma anche della nuova curva delle detrazioni. In linea generale, all’aumentare del reddito il vantaggio decresce lentamente, di circa 20 euro ogni 1000 euro lordi in più incassati, mentre mano a mano che gli introiti scendono i risparmi calano molto più velocemente. Inoltre, l’analisi non tiene conto del nuovo assegno unico per i figli e della mini riduzione dei contributi a carico dei lavoratori subordinati, che dovrebbe applicarsi al di sotto dei 35mila euro.

contribuenti che dichiarano 75mila all’anno, ossia 4mila euro netti al mese, potranno conseguire uno sconto pari a 270 euro, mentre oltre questa somma, si ottengono 90 euro di sconto ogni anno. Anche questi sono dati che emergono dalle simulazioni del Sole 24 Ore, che certamente meritano considerazione per avere un primo quadro della situazione.

Le analisi non possono che essere il frutto della scelta di ridurre le aliquote Irpef da 5 a 4 e dei correttivi alle detrazioni, con l’aumento da 1.880 a 3.110 euro del livello massimo per lo “sconto” da lavoro subordinato e l’assorbimento del bonus Renzi-Conte. In particolare quest’ultimo, aumentato lo scorso anno a 100 euro, permarrà nella forma attuale esclusivamente per chi ha un reddito al di sotto dei 15.000 euro e non potrebbe dunque beneficiare della detrazione.

Riforma Irpef 2022: riduzione di imposta solo in alcuni casi

In base alle ultime notizie le riduzioni delle aliquote di imposta la prossima settimana saranno incluse in un emendamento alla legge di Bilancio.

Il Sole 24 Ore ha rilevato che l’incrocio tra le nuove aliquote Irpef  – 23% fino a 25mila euro come già adesso, 25% tra 15mila e 28mila, 35% tra 28mila e 50mila, 43% sopra i 50mila – e la nuova curva delle detrazioni che cancella i “salti” di aliquota marginale conduce il picco di risparmi a circa 40mila euro.

In base ai primi calcoli effettuati, appaiono alcuni dati che potrebbero lasciare perplessi, quanto meno sul piano della distribuzione dei vantaggi.  Come sopra accennato, rileva in particolare che all’aumentare del reddito il beneficio decresce lentamente, di circa 20 euro ogni 1000 euro lordi in più guadagnati. Invece al diminuire degli introiti, calano i risparmi con maggior velocità.

Ancora più rapido il calo sull’altro versante, ossia quello dei redditi che si collocano al di sotto dei 40mila euro. Infatti, a 37mila il beneficio appare già più che dimezzato: la cifra è 430 euro ogni anno.

Nella fascia 28-30mila euro di reddito, ossia quella che più aveva beneficiato dei bonus 80 e 100 euro i vantaggi in sostanza si annullano. Secondo le simulazioni, a 28mila euro ci sarebbe anzi un piccolo aumento Irpef, pari a 8 euro; che però con tutta probabilità sarà azzerato con un meccanismo di correzioni.

Riforma Irpef: il limite della simulazione

Ma scendendo ancora sul piano del reddito, gli effetti della riforma Irpef tornano positivi e i risparmi si rafforzano, fino a 335 euro ogni anno a livello 15mila euro di reddito. Attenzione al seguente dettaglio: la simulazione non va sotto questa soglia. Ma vero è che coloro i quali si trovano nelle fasce di reddito più basse conserveranno il bonus 100 euro; inoltre vedranno salire le detrazioni per lavoro dipendente.

Inoltre con la riduzione dei contributi, dovrebbe scattare un risparmio di 64 euro annui lordi fino a 8mila di reddito, che crescerebbero fino a 280 lordi annui a quota 35mila euro di reddito. Per i lavoratori autonomi – secondo le simulazioni effettuate – il vantaggio fiscale sarà inferiore in media del 16,7%;  ma non bisogna dimenticare che fino a 65mila euro di reddito sussiste la possibilità di regime della flat tax al 15%.

Concludendo, è chiaro che si tratta di considerazioni ancora parziali; in attesa del varo vero e proprio della riforma fiscale, tuttavia in qualche modo aiutano a capirne i contorni.


Detrazioni figli a carico 2022: cosa cambia con l’assegno unico

Con l’entrata in vigore dell’assegno unico dal 2022 cambieranno anche le detrazioni per i figli a carico. Il Consiglio dei ministri nella riunione del 18 novembre scorso ha approvato la bozza di Decreto legislativo che disciplina l’Assegno unico ed universale, in attuazione della Legge delega 1° aprile 2021 numero 46.

Il testo, in attesa di completare l’esame presso le commissioni parlamentari prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, introduce dal 1° marzo 2022 un sussidio economico a beneficio delle famiglie con figli minorenni a carico.

I 14 articoli della bozza disciplinano l’erogazione diretta ai genitori da parte dell’INPS, previa domanda, di una somma mensile decrescente all’aumentare dell’ISEE, da un massimo di 175 euro al mese per ciascun figlio (ISEE pari o inferiore a 15 mila euro) ad un minimo di 25 euro al mese se l’ISEE è pari o superiore a 40 mila euro.

Sono inoltre previste una serie di maggiorazioni, tra cui quelle destinate ai genitori con figli non autosufficienti o affetti da disabilità.

In misura ridotta e a determinate condizioni, l’Assegno spetta per ciascun figlio maggiorenne fino al compimento del ventunesimo anno di età.

Nell’ottica di riordinare e semplificare le misure di sostegno alle famiglie, l’introduzione del sussidio modificherà radicalmente l’impianto delle detrazioni fiscali per figli a carico.

Vediamo in dettaglio come.

Detrazione figli a carico 2022: solo per i figli ventunenni

Il riconoscimento dell’Assegno unico per ogni figlio:

  • Minorenne a carico (per i nuovi nati la misura spetta dal settimo mese di gravidanza);
  • Maggiorenne a carico fino al compimento dei 21 anni di età, a determinate condizioni;

comporta dal 1° marzo 2022 l’abrogazione delle detrazioni per figli a carico eccezion fatta (modifica introdotta proprio dalla bozza di Decreto articolo 10 comma 4) per i figli naturali, adottivi, affidati o nati fuori dal matrimonio riconosciuti, di “età pari o superiore a 21 anni che non beneficiano dell’assegno unico e universale”.

L’importo detraibile continuerà ad essere calcolato in questo modo:

950 (valore fisso) * [(95.000 – reddito complessivo) / 95.000].

In presenza di più figli l’importo pari a 95.000 euro sarà aumentato in misura pari a 15.000 euro per ogni figlio successivo al primo.

Sempre dal 1° marzo prossimo scompariranno:

  • L’aumento del parametro fisso da 950 a 1.220 euro per ciascun figlio di età inferiore a 3 anni;
  • La maggiorazione di 400 euro (applicata sul valore 950 o 1.220) per ogni figlio portatore di handicap;
  • L’aumento di 200 euro (riconosciuto sempre sul parametro fisso) per ciascun figlio a partire dal primo, in favore del contribuente con più di tre figli a carico.

Assegno Unico e famiglie con almeno 4 figli a carico

Tra le misure abrogate figura anche l’ulteriore detrazione di 1.200,00 euro per coloro che hanno almeno 4 figli a carico.

La novità (articolo 10 comma 5) avrà effetto a partire dal 1° marzo 2022.

In attesa di indicazioni ufficiali in tal senso e dal tenore della norma appena citata, è naturale attendersi che i contribuenti potranno far valere la riduzione fiscale in misura parziale sino al 28 febbraio 2022.

Assegno unico per i figli: quali detrazioni in busta paga resteranno in vigore

Abrogazioni e modifiche conseguenti all’avvio dell’Assegno unico non interesseranno le detrazioni fiscali per:

  • Coniuge a carico non legalmente ed effettivamente separato (articolo 12 comma 1 lettera a del TUIR);
  • Altri familiari a carico diversi dal coniuge e dai figli (articolo 12 comma 1 lettera d TUIR);
  • Redditi da lavoro dipendente ed assimilati (articolo 13 TUIR).

Coniuge a carico

E’ utile ricordare che la detrazione per il coniuge (estesa anche alle unioni civili) spetta in misura differente a seconda del reddito complessivo del beneficiario, sino ad azzerarsi per chi oltrepassa la soglia reddituale degli 80 mila euro.

La misura spetta altresì se il coniuge è non convivente o residente all’estero.

Altri familiari a carico

Per i seguenti familiari conviventi (ovvero destinatari di assegni familiari volontari non risultanti da provvedimenti dell’autorità giudiziaria):

  • Genitori, siano essi naturali o adottivi;
  • Nonni;
  • Nipoti;
  • Fratelli e sorelle;
  • Suoceri, nuore e generi;

fiscalmente a carico spetta una detrazione così calcolata:

750 * (80.000 – reddito complessivo) / 80.000.

Il beneficio fiscale si azzera per coloro che hanno un reddito superiore a 80 mila euro.

Redditi da lavoro dipendente ed assimilati

I soggetti titolari di redditi da lavoro dipendente e taluni redditi assimilati hanno diritto ad una detrazione variabile in funzione di:

  • Reddito complessivo;
  • Periodi di lavoro totalizzati nell’anno.

Il beneficio fiscale, giustificato in virtù delle spese che l’interessato deve sostenere per recarsi al lavoro, è pari a:

  • 880,00 euro annui in presenza di un reddito non superiore a 8 mila euro;
  • 978 + [902 * (28.000 – reddito complessivo) / 20.000] se il reddito è compreso tra 8 mila e 28 mila euro;
  • 978 * [(55.000 – reddito complessivo) / 27.000] per i redditi compresi tra 28 mila e 55 mila euro;
  • Zero per chi ha un reddito eccedente i 55 mila euro.

Vivenza a carico: cosa si intende

La vivenza a carico, requisito essenziale per fruire delle detrazioni “superstiti” post Assegno unico, ricorre se il coniuge, figlio o altro familiare è titolare di un reddito personale non eccedente i 2.840,51 euro al lordo degli oneri deducibili.

In deroga, per i figli di età non superiore a 24 anni, la soglia aumenta a 4 mila euro.

Il familiare che supera il limite di reddito in corso d’anno determina il venir meno del diritto all’intera detrazione.

Per “reddito personale” si intende il reddito complessivo ai fini fiscali, cui si aggiungono:

  • I canoni di locazione soggetti a cedolare secca;
  • I redditi di impresa / lavoro autonomo soggetti al regime forfetario;
  • La quota esente delle retribuzioni percepite all’estero dai frontalieri (euro 7.500,00);
  • Le retribuzioni corrisposte da Enti ed Organismi Internazionali, Rappresentanze diplomatiche, Santa Sede ed enti gestiti direttamente da quest’ultima.

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