FISCO CONSULTING

Il primo passo della revisione dell’Irpef potrebbe portare chi ha un reddito basso a risparmiare da 20 a 260 euro. Il taglio attuerebbe un principio introdotto dalla legge delega per la riforma fiscale e potrebbe arrivare con la prossima legge di Bilancio.

I tre nuovi scaglioni

Quindi il modello Irpef verrebbe rimodulato su tre scaglioni:
1) fino a 28mila euro, con aliquota al 23 per cento;
2) oltre 28mila e fino a 50mila euro, con aliquota al 35%;
3) oltre 50mila euro, con aliquota al 43 per cento.

Ma bisogna ancora capire se lo stato dei conti pubblici lo permetterà, come ha confermato a Telefisco lo scorso 20 settemebre il viceministro all’Economia, Maurizio Leo: se ci saranno le condizioni, si procederà a costruire meccanismo a tre aliquote.

Da 15.001 a 28mila euro

L’idea è portare l’aliquota dell’attuale secondo scaglione Irpef, che abbraccia i redditi da 15.001 a 28mila euro, dal 25% al 23%. In altre parole, si tratterebbe di accorpare il primo e il secondo scaglione dell’imposta determinando l’applicazione di un’aliquota del 23% sui primi 28mila euro di reddito.

A ben vedere, sarebbe un’operazione analoga a quella messa in campo dal governo Draghi con la legge di Bilancio 2022, con la riduzione del numero (da cinque a quattro) e la ridefinizione degli scaglioni, accompagnata dal taglio delle aliquote del secondo e del terzo scaglione. L’intervento, peraltro, sarebbe coerente con l’articolo 5 della legge delega per la riforma fiscale (la 111/2023), che individua la progressiva transizione del modello di imposizione sui redditi delle persone fisiche verso l’aliquota impositiva unica (flat tax).

In termini finanziari, ipotizzando la conferma dell’attuale sistema di detrazioni delineato dall’articolo 13 del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir), si stima un impegno vicino ai quattro miliardi di euro.

La revisione interesserebbe i contribuenti con redditi superiori a 15mila euro, poco meno di 24 milioni di soggetti (circa il 57% della platea Irpef).

In media il risparmio dovrebbe attestarsi sui 160 euro annui, con un massimo di 260 euro per chi dichiara da 28mila euro in su.

L’incidenza del reddito

Ovviamente, l’entità della riduzione dell’imposta dipende dal livello del reddito del contribuente. La tabella sulla destra in basso mostra i risparmi generati dall’intervento in esame, evidenziando che:
1) per chi dichiara redditi fino a 15mila euro, e che quindi si collocano nell’attuale primo scaglione dell’imposta, non vi sarà alcun beneficio;
2) per chi dichiara fino a 28mila euro, il risparmio d’imposta corrisponderà al 2% del maggior reddito rispetto al valore di 15mila euro. In altre parole un reddito di 20mila euro si determinerà un risparmio annuo di 100 euro (il 2% di 5mila);
3) per tutti i soggetti con redditi superiori il risparmio sarà pari a 260 euro annui.

È inoltre opportuno sottolineare, che – se verrà confermata l’ipotesi in esame, che circoscrive l’intervento alla sola riduzione dell’aliquota dell’attuale secondo scaglione dell’imposta – i risparmi citati prima, a parità di reddito, saranno goduti nella stessa misura da qualsiasi contribuente Irpef, indipendentemente dalla categoria reddituale di appartenenza.

In altre parole, la mera riduzione dell’aliquota del secondo scaglione garantirebbe risparmi d’imposta a tutti i contribuenti con redditi superiori a 15mila euro, ma non avrebbe effetti sull’equità orizzontale dell’Irpef, il cui perseguimento è uno degli obiettivi fissati dallo stesso articolo 5 della legge delega. A 20mila euro di reddito, per esempio, l’imposta ammonterebbe a 1.958 euro per un lavoratore dipendente, 3.665 euro per un pensionato e 3.828 euro per un lavoratore autonomo, lasciando inalterato il divario tra le diverse categorie.

Andranno, infine, valutati gli effetti dell’accorpamento del primo e del secondo scaglione dell’Irpef sul sistema delle relative addizionali.

Infatti, Comuni, Province autonome e Regioni possono adottare un’aliquota unica oppure un modello impositivo costruito sull’applicazione di una pluralità di aliquote modulate sui medesimi scaglioni fissati dall’articolo 11 del Tuir per l’Irpef.

Sotto questo punto di vista, è eclatante il caso della Campania, dove la rimodulazione seguita alla revisione degli scaglioni disposta dalla legge di Bilancio 2022 ha generato incrementi dell’addizionale che, per i contribuenti con oltre 65mila euro di reddito, sono stati maggiori dei risparmi sull’Irpef prodotti dalla riforma nazionale.

ULTIME NEWS

I NOSTRI SERVIZI ONLINE PIU' VENDUTI

flyer 2024 versione-01

Ogni giorno professionisti e aziende di tutta Italia usano i servizi di Fisco Consulting

Open chat
1
Ciao,
se hai bisogno di Info o Assistenza contattaci QUI.

Il Team di Fisco Consulting